ARTE: I Futuri del mondo sono alla Biennale di Venezia

La 56esima edizione della famosa Biennale Internazionale d’Arte di Venezia invita a riconsiderare "lo stato delle cose" tra il 9 maggio e il 22 novembre.

La laguna veneziana è il grande palcoscenico artistico di un teatro che gioca col reale, esplora la storia e l’antistoria. Per il curatore di quest’edizione e critico d’arte nigeriano Okwui Enwezor, " i cambiamenti verificatisi nel corso degli ultimi due secoli hanno prodotto affascinanti spunti per gli artisti". Attraverso la tematica "All the World’s futures" la biennale esamina cosi il passato, il presente e i futuro per diventare la "cassa di risonanza del mondo".

Gli artisti dei 53 paesi partecipanti hanno realizzato le loro opere attorno a tre filtri. Il primo, "Vitalità: sulla durata epica", coinvolge il visitatore in un’esibizione perpetua di opere esistenti o create per l‘occasione. "Il giardino del disordine", si avventura nei meandri di un universo disordinato e deformato. Infine, "Il Capitale: lettura dal vivo", propone un programma di letture attorno ad un progetto bibliografico che tratta la visione politica e filosofica del Capitale.

Questa "Macchina del desiderio" come la chiama il presidente della Biennale, Paolo Baratta, alimenta il desiderio d’Arte dando una forma sensibile alle interpretazioni del mondo, che siano utopistiche o ansiogene. Dopo 120 anni di esistenza, la Biennale di Venezia si rinnova, si munisce di grandi spazi e di un principio di unità: le arti e i padiglioni formano un tutt’uno indivisibile. Venezia tutta intera si presta alla Biennale, dai Giardini all’Arsenale, passando dal monastero mechitarista dell’isola di San Lazzaro degli Armeni. Per circa 7 mesi, eventi nazionali e collaterali si susseguiranno per sondare la visione internazionale e multipla dell’umanità.

E.B – Meretdemeures.com (Maggio 2015).

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